[Forwarded from Giorgio Bianchi Photojournalist]
Oggi ho parlato con una fonte molto qualificata che mi ha lasciato letteralmente raggelato sulla sedia.
Dovete prendere in seria considerazione quello che sto per scrivere.
Il punto dal quale bisogna partire prima di affrontare qualsiasi ragionamento sul conflitto in Ucraina, è che in questa guerra, da parte russa, la sconfitta non è assolutamente contemplata.
Questo significa che la resa di Kiev potrà soltanto essere dolorosa, molto dolorosa, catastrofica, oppure, in ultima analisi, una disfatta epocale.
L’operazione speciale era l’ultima chiamata per una soluzione che rientrasse nelle prime due opzioni.
Dato il grado di irragionevolezza dei fantocci ucraini e di quelli europei, dato il livello raggiunto dalla propaganda e dalle sanzioni, dato il prezzo di sangue pagato dalla Russia in questo mese, giunti a questo punto, nell’ottica russa, non ha più senso combattere con le mani legate dietro la schiena.
Il rischio concreto in questo momento, è quindi che su quella martoriata terra si abbatta una tempesta di fuoco, come non se ne sono mai viste nella storia. Un qualcosa di così terribile, che sia di monito per tutti.
Un modo per far comprendere un concetto che a quanto pare è sfuggito ai più: la Russia ha fatto all-in e ha alzato la posta in gioco ad un livello colossale.
Il più alto concepibile.
In questo momento la Nato e Mosca sono le due automobili che sfrecciano verso il burrone nella “chicken run” di Gioventù bruciata.
Putin ha detto chiaramente che loro non premeranno il freno per primi. E se si conosce un poco la storia di quel paese c’è da credergli.
L’altra automobile, quella guidata dalla Nato, sembra intenzionata a condurre la Russia ad un passo da quel burrone per verificare se c’è veramente l’intenzione di andare fino in fondo.
Europa e Ucraina, intese come popolazioni, sono sedute sul divano posteriore di questa macchina e assistono attonite alla corsa, impossibilitate a saltar giù per via delle portiere bloccate.
L’unica possibilità di salvezza per loro, è pertanto quella di sottomettere il guidatore folle, prendere il controllo del veicolo e tirare con decisione il freno per prime.
L’alternativa è, nella migliore delle ipotesi, la distruzione dell’Ucraina.
Nella peggiore, la distruzione dell’Europa.
Tertium non datur.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist (https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist)
0 commenti